OGNI VOTO CONTA… LA SFIDA AMERICANA

Una democrazia aristocratica.

Intanto sfatiamo un mito: il presidente degli Stati Uniti non e’ espressione diretta della volonta’ del popolo.
Non sono i cittadini americani direttamente ad eleggere il presidente, ma i cosiddetti grandi elettori. Rispecchia la visione aristocratica della democrazia che avevano i padri fondatori, visto che nel medioevo erano chiamati cosi’ i nobili che eleggevano l’imperatore. Negli Stati Uniti ogni 4 anni gli elettori di ciascun stato sulla scheda esprimono la preferenza per un candidato, ma in realta’ eleggono una lista di grandi elettori associati a lui.

I misteriosi “grandi elettori”

Ogni stato, piccolo o grande, ha diritto a due grandi elettori piu’ tanti altri quanti sono i deputati.
In tutto i grandi elettori sono 538 nei 50 stati (piu’ il distretto federale di Washington DC) E per diventare presidente sono necessari 270 voti (la meta’ piu’ uno). Ma le cose non sono cosi’ semplici. Con l’eccezione del Maine e del Nebraska- dove c’e’ una parte di rappresentanza proporzionale- i candidati che ottengono la maggioranza dei voti in uno stato guadagnano la totalita’ dei grandi elettori che li’ sono designati e il cui numero e’ fissato in base alla popolazione.
Facciamo un esempio: il Vermont, circa 600mila abitanti ha 3 voti elettorali. La California, 35 milioni di abitanti, ne ha 55. Tradizionalmente i grandi elettori sono tenuti a votare per il candidato alla Casa Bianca cui sono associati nelle schede, ma in teoria potrebbero anche non farlo.

Gli incerti

Decisivi nelle elezioni presidenziali americane sono da sempre gli “swing states”, gli stati in cui l’esito e’ incerto. Quest’anno sono 9: Colorado, Florida, Iowa, Nevada, New Hampshire, North Carolina, Ohio, Virginia e Wisconsin. Stati spesso di modesta popolazione, ma che in base al sistema elettorale americano sono decisivi nella elezione del presidente. Il lavoro degli attivisti repubblicani e democratici in questi stati è molto intenso.

 

La notte elettorale

Non esiste negli Stati Uniti un “Ministero dell’Interno” che fornisca i risultati a livello nazionale cosi’ la nottata elettorale trascorre in attesa dei risulttai dei singoli stati. Le tv, i siti web valutano gli exit poll, le proiezioni e poi i dati effettivi e attribuiscono uno stato a un candidato o all’altro. Ma sara’ davvero un’unica notte elettorale? Ricordiamo il pasticcio Florida nelle elezioni del 2000. La sfida tra Al Gore e George W. Bush. Un primo conteggio regala la vittoria ad Al Gore, ma Bush chiede il riconteggio. Mentre il controllo procede, la distanza tra i candidati si assottiglia sempre più, finché la vittoria non viene assegnata a Bush nel rush finale.Tre conteggi per la sentenza definitiva.

Comments

  1. I grandi elettori legati al candidato presidente vengono scelti dal partito o dal candidato stesso?
    In entrambi i fasi si ha lo stesso problema che viviamo in Italia. Loro se la cantano e se la suonano…..tutto il mondo e’ paese…

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