La notizia di oggi è che l’America ce l’ha fatta. Da ottobre, scrive il Corriere della Sera, avrà una produzione petrolifera più elevata di quella dell’Arabia Saudita. Ben prima di quanto avevo preventivato in un articolo di 6 mesi fa, quando vi avevo raccontato chi era l’autore della “rivoluzione petrolifera” in atto oggi.
Ci sono esistenze che cambiano per sempre la storia, nel bene e nel male. La vita di George Mitchell è una di queste.
Se nel giro di una decina d’anni gli Stati Uniti raggiungeranno la completa indipendenza energetica (alla faccia di chi parlava del declino della potenza americana ) sarà anche merito suo. Questo signore con la faccia paffuta alla Hitchkock e gli occhi che ridono ha inventato una tecnica di estrazione di gas e petrolio dalle rocce ,spremendole fino all’ultima “goccia” del loro prezioso tesoro. Una rivoluzione che entro pochi anni potrebbe affrancare l’America dalla dipendenza dagli sceicchi del Golfo Persico (con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare, compreso il riposo del “gendarme del mondo” ).
Era scritto nei suoi geni che niente e nessuno l’avrebbe fermato. Suo padre era un pastore greco sbarcato a 20 anni a Ellis Island. Cambiò nome in Mitchell ( stavano per ucciderlo perchè la lunghezzza del suo cognome, Paraskevopoulos, aveva innervosito un padrone). Si stabilì in Texas, a Galveston. Vide su un giornale greco la foto di una bella ragazza emigrata in Florida, la andò a cercare, la convinse a lasciare il fidanzato e a sposarlo. Con l’attività di lustrascarpe riuscì a far studiare George che non lo deluse. Laureato in ingegneria petrolifera e geologia in Texas nel 1940, George aiuta il padre a pagare le rette lavorando nella sartoria e lavanderia dell’Università. Quattro anni in guerra e poi si mette in proprio come perforatore assieme al fratello e a un altro socio.
Dopo ventanni di cocciute ricerche Mitchell e il suo team mettono a punto una tecnica rivoluzionaria per estrarre lo shale oil. E’ il petrolio che si ricava frantumando l’argilla e anche estraendo quello conservato nei pori delle rocce impermeabili. Nel 2002 la sua Mitchell Energy & Development viene venduta per 3,5 miliardi di dollari.
Mitchell entra a far parte della lista di Fortune delle 500 maggiori imprese statunitensi al 239mo posto con un patrimonio di 2 miliardi di dollari che ha lasciato ai suoi dieci figli e alle numerose iniziative benefiche create da lui e dalla moglie Cynthia.
Negli ultimi 8 anni negli States il prezzo del gas per usi industriali si è dimezzato mentre in Europa è cresciuto del 64%. Oggi nell’Unione il gas ha un prezzo medio pari a 3 volte e mezzo quello americano .
Questa rivoluzione energetica produrrà’ da qui al 2020 3 milioni di nuovi posti di lavoro e un aumento del PIL americano di 468 miliardi di dollari.
George Mitchell è morto il 26 luglio scorso a Galveston. La Cynthia e George Mitchell Foundation ha donato 400 milioni di dollari per ricerche nel campo della scienza, della sostenibilità ambientale e l’energia pulita.
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