Anja Niedringhaus, una donna Pulitzer.

Il 13 novembre 2003 numerosi quotidiani in tutto il mondo hanno pubblicato in prima pagina una foto, che ritraeva un soldato italiano di fronte alle macerie della sede del comando italiano a Nassiriya, Iraq, fatto saltare in aria con un camion carico di esplosivo. Nella deflagrazione e nel conseguente crollo dell’edificio erano rimaste uccise 27 persone, tra le quali diciannove italiani.  La foto è di Anja Niedringhaus dell’Associated Press, premio Pulitzer per il fotogiornalismo. 48 anni, tedesca, Anja ha iniziato come fotografa freelance a 17 anni mentre era ancora al liceo. Nel 1989 ha documentato la caduta del muro di Berlino per il quotidiano tedesco Gottinger Tageblatt e l’anno seguente ha iniziato a lavorare come fotografa a tempo pieno per la European Pressphoto Agency a Francoforte. Una delle sue prime esperienze è stata la guerra dei Balcani, dove i reporter venivano presi di mira spesso dai cecchini.  Un giorno, a Sarajevo, una pallottola restò impigliata nel suo giubbotto antiproiettile che le salvò la vita. Ma Anja non se ne andò,  restò  per dieci anni  nella regione. Albania, Bosnia, Kosovo, Macedonia, Croazia e Serbia : decise di raccontare con i suoi scatti,mai banali, sempre vibranti di passione, dolore, odio, amore,  la guerra civile. Nel 1997 un’auto le salì sul piede rompendolo in 3 parti mentre seguiva una manifestazione a Belgrado costringendola a numerose operazioni per recuperarlo.  Ha rischiato la vita molte volte: nel ’98 in Kosovo  quando la sua auto è stata colpita da  una granata,poi  durante un bombardamento  dei caccia Nato che per errore colpirono un convoglio di giornalisti.  Nel 2001 ha raccontato l’11 settembre a New York, poi la guerra in Afghanistan e la caduta dei talebani. Nel 2002 è passata all’ Associated Press per la quale ha realizzato reportage da Iraq, Afghanistan, Striscia di Gaza, Israele, Kuwait e Turchia. Nel 2005 ha vinto il premio Pulitzer nel fotogiornalismo per le fotografie realizzate durante la guerra in Iraq, dove è stata “embedded” con i militari americani . Ha fotografato tutti i più importanti eventi mondiali, dagli attentati di Madrid alle Olimpiadi. Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti, i suoi lavori sono stati esposti al Museo di arte moderna di Francoforte e in altri musei.  

Anija è morta in Afghanistan il 4 aprile. I suoi occhi speciali sul mondo sono stati chiusi per sempre da un talebano che l’ha uccisa gridando “Allah u akbar”. 

 

Foto_sola_corriere

 

 

 

 

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