Rispetto alla stagione 2009-2010,una delle peggiori sulle alpi per le vittime da valanga, ben 148, il numero e’ calato nel 2010-2011, con 74 morti, dato inferiore alla media degli ultimi 25 anni. In Francia le vittime sono state 29, in Svizzera 26, in Italia 16.
Spesso la causa di questi incidenti è la superficialità con la quale sci alpinisti e snowboarder affrontano le montagne incoscenti del pericolo che si nasconde nella neve fresca.
Ma sul banco degli imputati ci sono anche i cambiamenti climatici. negli ultimi anni si è registrato un aumento generale della temperatura media di circa 1 grado centigrado e un innalzamento della quota dello zero termico di 150 metri. Nevica sempre meno, ma sono aumentate le nevicate precoci e tardive nei mesi autunnali e primaverili, le piu’ insidiose perche’ rendono il manto nevoso piu’ instabile.
L’intensità del vento e i rialzi termici improvvisi anche durante i mesi più freddi, innalzano i fattori di rischio valanghe. Fattori che purtroppo a volte non vengono presi in dovuta considerazione dagli amanti della montagna. eppure gli esperti ci spiegano che il 60-65% degli errori vengono gia’ fatti a tavolino nella pianificazione dell’escursione. Significa che bisogna seguire con molta attenzione i bollettini del meteo e della neve e poi controllare venti, zero termico e soprattutto seguirne l’evoluzione. Oggi rispetto al passato c’e’ molta piu’ informazione, ma spesso manca la volonta’ di affrontare con il giusto rispetto la montagna.
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