A volte il destino segue vie intricate, fa diversi giri e ritorna lì dove sembrava essersi dimenticato di te. E’ accaduto a Gerda Taro, giovane,bellissima e coraggiosa fotoreporter di guerra.
Nata a Stoccarda nel 1910 in una famiglia ebrea galiziana è costretta a scappare dalla Germania nazista a 23 anni. Non rivedrà mai più i suoi genitori, ma a Parigi incontra Endre Erno Friedmann, giovane fotografo ebreo ungherese di ottime speranze ma ancora sconosciuto. Insieme inventano il personaggio “Robert Capa”, un fantomatico ma celebre fotografo americano giunto a Parigi per lavorare in Europa. Grazie al loro savoir-fare, e a questo curioso espediente, la coppia moltiplica le proprie commesse e guadagna parecchi soldi, scalando molte posizioni nel Gotha della fotografia di guerra.
Insieme decidono di seguire la guerra civile spagnola, dove i repubblicani si scontrano con il fascismo del Generalissimo Franco. Affascinati dal clima rivoluzionario restano in Spagna 3 mesi. Dividono i propri cammini, apparentemente anche i loro destini. Quando tornano Robert Capa è un fotografo famoso. Diventerà un mito del foto giornalismo, seguirà 5 conflitti bellici fino a morire su una mina in Indocina nel 1954.
Gerda fa invece una fine atroce. Nel luglio 1937, durante la battaglia di Bruneta ,che lei immortala con i suoi scatti rischiando sempre la vita e spesso incitando lei stessa i combattenti all’attacco con sincero spirito rivoluzionario e antifascista, cade e resta schiacciata sotto un carro armato durante un bombardamento nazista. Rimane vigile per quasi un giorno in cui tentano il possibile per salvarle la vita. Lei chiede solo se la sua amatissima Leica è rotta. Muore all’alba del 26 luglio. Aveva 26 anni. Capa non si riprende mai più. Un anno dopo pubblica in sua memoria “Death in the Making” riunendo molte foto scattate insieme.
Ed ecco che il destino si dimentica di Gerda, che resta nell’ombra del più noto fidanzato e relegata a sua compagna. Ma 70 anni dopo, nel 2007, in una valigia in Messico vengono trovati centinaia di negativi appartenenti a Gerda e prima erroneamente attribuiti a Capa. La sua figura di fotoreporter, grazie anche a un libro e forse presto a un film, viene rivalutata. Giovanissima donna contro-corrente, rivoluzionaria militante sino al sacrificio massimo e protagonista della storia della fotografia e della Resistenza al fascismo. E prima donna reporter a morire sul lavoro.
Mi piace ricordarli così, come in questa foto. E’ il 5 settembre 1936: una colonna di sfollati in fuga da Cerro Muriano, pochi chilometri a nord di Cordova, durante la Guerra Civil. A destra di spalle si vede una coppia allontanarsi in senso contrario ai profughi. Indossano entrambi il mono azul, la tuta operaia che era l’uniforme dei combattenti antifascisti. Sono Robert Capa e Gerda Taro. 22 anni lui, 25 lei. Insieme verso un nuovo scatto.
Non trovo dove ca..diavolo si clicca per dire che mi piace (il tuo articolo) e allora ti dico che il tuo articolo mi è piacuto.
Ciao
F.
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Bel post, mi piace! 🙂
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