I motori di ricerca su web che a partire dai sintomi trovano una possibile diagnosi sbagliano due volte su tre. Lo ha scoperto uno studio della Harvard Medical School, pubblicato dal British Medical Journal, secondo cui inoltre questi algoritmi sono ‘troppo cauti’, consigliando di andare dal medico anche quando sarebbe sufficiente un’automedicazione. Per la ricerca sono state create delle liste di sintomi basata su 45 scenari medici, che sono state poi testate su 23 motori di ricerca ampiamente usati negli Usa, in Gran Bretagna, in Olanda e in Polonia. Gli algoritmi hanno fornito la diagnosi corretta solo un terzo delle volte, mentre la malattia giusta compariva nelle prime tre ipotesi nel 51% dei casi. L’uso di questi motori, come WebMD o iTriage, e’ comunque piu’ preciso rispetto alla ricerca ‘random’ su un motore non specifico dei sintomi, affermano gli autori. “Questi programmi tendono anche ad essere troppo cauti, suggerendo di rivolgersi al pronto soccorso o al medico anche quando l’autotrattamento sembra una scelta ragionevole – affermano -. Possono comunque essere usati, ma con l’avvertenza che non possono essere l’unico mezzo con cui si cerca di arrivare alla diagnosi”.
credit Ansa
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