Ruzzlomani stressati, eccoci alle prese con un dilemma che ci toglie il sonno: perché la parolina insulsa del mio sfidante ha beccato tutti quei punti e quella scovata da me con peripezie intellettual- ingegneristiche e zig zag di polpastrello degne di un funambolo non valeva una cicca? “Zitta”, imperiosa parola di 5 lettere, vale ben 365 punti, “pigri” ben 401, la radical chic “divina” 322, la misteriosa “spallo” 310 (che poi cercando viene fuori che è la prima persona singolare del verbo spallare = spezzare, rovinare le gambe al cavallo).
Insomma, miei cari amici di Ruzzle, rinunciate alla razionalità, buttate all’aria ogni velleità organizzativa, qualsiasi programma di allenamento-mente con la speranza di migliorare e riuscire a battere quel maledetto/a sfidante che anche solo per un punticino riesce sempre a starvi avanti. Seguite pochi ma veri consigli: usate le famose lettere jolly che hanno il potere di raddoppiare o triplicare la singola lettera o la parola, attenzione alle parole che non sembrano esistere, probabilmente sono desuete, arcaiche o più semplicemente ne ignoriamo l’esistenza. Considerate che non esiste l’accento su Ruzzle, ma le parole che lo contengono vengono comunque ritenute valide. Una volta tenute a mente queste poche regole lasciatevi andare, liberatevi da ogni sforzo troppo intenso di ragionamento. E se siete proprio disperati, provate a imitare vostro figlio che guarda attento la tv mentre muove il dito come un forsennato sullo schermo del tablet senza neppure gettare un occhio alle parole , ottenendo punteggi favolosi. Ah dimenticavo… io sono una pippa!
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