La tregua, sì!

Tre tappe, cruciali, presso i tre protagonisti chiave di questa ennesima guerra mediorientale: il segretario di stato Hillary Clinton ha lasciato la Cambogia, dove aveva raggiunto il presidente Obama in visita nella regione asiatica, per cercare una soluzione che ponga fine al sanguinoso conflitto tra Israele e Hamas. Prima tappa, Gerusalemme, insieme al segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon. Quindi Ramallah per il faccia a faccia con il leader palestinese Abu Mazen e infine il Cairo, dal presidente Morsi, mediatore finora fallito di una tregua annunciata da giorni ma mai rispettata. Il viaggio della Clinton rappresenta l’impegno piu’ concreto preso dall’amministrazione Obama nel conflitto. Il presidente americano concorda con Israele nel suo diritto di difendersi ma e’ contrario ad un’invasione di terra. Sia Obama che la Clinton hanno avuto diverse telefonate con i leader di Israele ed Egitto, perche’ Hamas e’ considerata dagli Stati Uniti un’organizzazione terroristica e sono proibiti contatti con i suoi membri.
Al Cairo intanto si sono incontrati i leader di Hamas, della Jihad islamica e dell’intelligence egiziana per trattare un accordo in due fasi: prima un cessate il fuoco generale, poi l’apertura dei valichi verso Gaza e l’interruzione dell’embargo israeliano. Il premier Netanyhu, che nella notte ha riunito il gabinetto di guerra, e’ stato chiaro: cerchiamo una soluzione politica mediante contatti per un cessate il fuoco. Ma se gli spari proseguiranno, saremo costretti a prendere provvedimenti piu’ vasti e non esiteremo a farlo.

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