Israele ha messo in campo nuove tattiche in questa guerra contro Gaza. L’operazione “Pilastro di Difesa” non ha come obiettivo solo le infrastrutture militari di Hamas ma vuole anche cambiare la percezione della guerra in Israele, Gaza e nei media internazionali. L’offensiva militare e quella mediatica si fondono l’una con l’altra, mentre le armi e i sistemi di difesa sono usati per propositi anche comunicativi e la battaglia si combatte non solo in cielo e in terra ma anche nel ciberspazio.
Il Drone.
L’arma per eccellenza è il Drone, l’aereo invisibile capace di sfuggire ai radar nemici, individuare i target e colpirli. Sono loro ad aver portato a termine tutte le ultime “esecuzioni mirate” in territorio palestinese. 4 ore dopo la morte di Ahmed Jabari, capo di Hamas, il portavoce dell’ IDF (Israel Defense Forces) aveva già pubblicato su You Tube il video della Kia del miliziano centrata dal missile nel centro di Gaza. La pubblicazione aveva un proposito: lanciare ai leader palestinesi il messaggio che sono tutti costantemente sotto controllato e tutti possibili obiettivi. Poco dopo l’IDF ha pubblicato un video in cui si vedeva un uomo di Hamas che nascondeva un missile Fajr in aeree abitate da civili.
Mettere in rete i video di sorveglianza per giustificare i raid israeliani non è una nuova tattica, ovviamente, ma è cambiata la velocita’ con cui il materiale passa dal campo all’intelligence quindi ai portavoce e infine ai media israeliani e internazionali.
L’Iron Dome 2.0
Entrato in servizio un anno e mezzo fa serve a individuare i missili palestinesi, tracciare la loro traiettoria,calcolare il punto d’impatto e lanciargli contro un missile intercettore, tutto in 60 secondi. E’ un sistema in continua evoluzione. L’Iron Dome dell’aprile 2011 non ha nulla a che vedere con quello del novembre 2012. Il successo nell’intercettare i missili palestinesi negli ultimi due giorni mostrano la sua efficacia.
Le batterie di questi scudi anti-missile sono state dispiegate al comfine con Gaza lo scorso week end. Sono anche una potente arma di propaganda, perché da una parte rassicurano la popolazione israeliana facendola sentire protetta, dall’altra i palestinesi hanno la percezione che i loro lanci non servano a nulla.
La prima Twitter war
Lo scambio di twitter tra IDF e Hamas è già seguitissimo sul web. IDF aggiorna costantemente i suoi quasi 100 mila followers su tutti i dettagli degli attacchi, insieme a una serie di foto e video. Gli aggiornamenti avvengono in tempo reale ben prima che le medesime informazioni siano diffuse attraverso le tradizionali (e ormai inutili) conferenze stampa. E’ la prima volta che una campagna militare viene veicolata al grande pubblico attraverso Twitter.
(FONTE: HAARETZ.COM)
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