I fatti di Bengasi segnano l’inizio di nuova fase del conflitto contro l’Occidente dell’estremismo islamico-sunnita uscito rafforzato dalle rivoluzioni arabe. Questa la tesi di molti osservatori degli ultimi drammatici avvenimenti nel Nord Africa. Quelle che sono considerate dal mondo islamico provocazioni occidentali -o insulti alla religione- sono come un virus contagioso che scavalca ogni frontiera di un mondo costituito da 1 miliardo e mezzo di musulmani. Le manifestazioni anti-americane dei salafiti contro il presunto film blasfemo su Maometto cominciano in Egitto e si diffondono in Libia qualche ora dopo, poi in Tunisia, Yemen.
Tutti paesi dove l’islamismo militante è in ascesa. Eppure sono quegli stessi paesi che, vibranti di fervore democratico, hanno dato vita alle primavere arabe con cui sono stati detronizzati i dittatori. Ed anche stavolta, internet è protagonista.
The Innocence of Muslims, il film “blasfemo” che insulta Maometto ha scatenato proteste in tutto il mondo musulmano quando un pezzo del trailer e’ stato tradotto in arabo e diffuso su You Tube. Se a Bengasi e’ stato usato solo come pretesto per l’assalto premeditato all’ambasciata, negli altri paesi arabi non e’ cosi’. E’ vero che Al Qaeda e l’estremismo in generale sanno come manipolare folle facilmente suggestionabili. Ma oggi a Sanaa in Yemen e al Cairo, dove ci sono stati scontri vicino l’ambasciata americana, cosi’ come in Iran e Iraq, la gente era davvero inferocita contro l’Occidente. Quel che pensa il mondo musulmano lo ha riassunto il presidente egiziano Morsi,che da stasera sarà in Italia dove incontrerà il premier Monti: il Profeta e’ una linea rossa intoccabile, ha detto, ribadendo la sua condanna di tutti i tentativi di attaccare i principi sacri dell’Islam. Ma come conciliare quest’idea con la libertà di espressione e pensiero?
Il Profeta intoccabile
13/09/2012 di Lascia un commento
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