Come finisce il film?

Un’atroce beffa o una disperata richiesta d’aiuto? Difficile spiegare il taccuino fitto di appunti e disegni spedito dal killer di Denver, James Holmes, a un neuropsichiatra di un’universita’ del Colorado. Qualche giorno prima della strage al cinema, in cui ha ucciso 12 persone e ne ha ferite 59, Holmes aveva compilato un quaderno descrivendo con disegni tutto l’orrore che avrebbe compiuto. La sparatoria, le figure stilizzate delle vittime, i fucili. Il destino ha voluto che il pacchetto, che avrebbe potuto salvare 12 vite umane se fosse arrivato a destinazione, sia rimasto chiuso nella cassetta postale dell’universita’ fino a 3 giorni dopo la strage. Quando lo psichiatra ha visto il mittente ha subito avvisato la polizia, ma era troppo tardi. Il taccuino servira’ al processo per delineare la personalita’ di Holmes e le sue ultime settimane passate a collezionare un arsenale per compiere la strage, peraltro costato ben 15mila dollari. Sulla facilità a reperire armi ha parlato Obama che difende il diritto sancito dalla Costituzione a possederle. “Ma i fucili devono rimanere sui campi di battaglia, non finire in mano ai criminali”. Il problema e’ che James Holmes non era un criminale. Era “apparentemente” un bravo ragazzo, con una borsa di studio da 26mila dollari. Poi qualcosa e’ cambiato. Lo sguardo intelligente e’ scomparso, lasciando il posto a due occhi spalancati sul nulla. L’unica richiesta di aiuto, forse, era quel taccuino arrivato troppo tardi a destinazione. L’unico commento dopo la strage, è stata una domanda al secondino in carcere: “Come finisce il film di Batman?”

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